Vitigni


Vitigni
“Nel Veronese (sono i vini) retici, i quali da Virgilio sono secondi solo al Falerno”:
così il naturalista Plinio il Vecchio conferisce al Retico una sicura origine nel nostro areale e ne indica la presenza già nei triclini romani dell’imperatore Tiberio.
La bontà e la fecondità dell’uva retica era conosciuta fin dal II° secolo a.C., come altrettanto decantate qualche secolo dopo da Cassiodoro, ministro del re ostrogoto Teodorico, le doti di fragranza e nobiltà dell’Acinatico:
“Questo [vino Acinatico de’ Possessori Veronesi] è puro per sapore singolare regio nel colore… La dolcezza di esso si sente con soavità incredibile, si corrobora la densità per non so qual fermezza, e s’ingrossa al tatto in modo che diresti un liquido carnoso, o una bevanda da mangiare”.
Celebri antenati retici e secolare tradizione: questa l’origine nobilissima dei vini veronesi, in particolare del nostro Recioto.
Altrettanto secolare e a volte confusa l’origine dei vitigni della Valpolicella, che si rifà a fonti letterarie e storiche, a ricerche ampelografiche e a riscontri della biologia molecolare, nonché a successivi processi di selezione antropica.
Racconti leggendari di alcuni vignaioli hanno dato alle viti nomi di uccelli, ecco allora la Corvina, il Corvinone, la Rondinella, l’Oseleta e tanti altri.
così il naturalista Plinio il Vecchio conferisce al Retico una sicura origine nel nostro areale e ne indica la presenza già nei triclini romani dell’imperatore Tiberio.
La bontà e la fecondità dell’uva retica era conosciuta fin dal II° secolo a.C., come altrettanto decantate qualche secolo dopo da Cassiodoro, ministro del re ostrogoto Teodorico, le doti di fragranza e nobiltà dell’Acinatico:
“Questo [vino Acinatico de’ Possessori Veronesi] è puro per sapore singolare regio nel colore… La dolcezza di esso si sente con soavità incredibile, si corrobora la densità per non so qual fermezza, e s’ingrossa al tatto in modo che diresti un liquido carnoso, o una bevanda da mangiare”.
Celebri antenati retici e secolare tradizione: questa l’origine nobilissima dei vini veronesi, in particolare del nostro Recioto.
Altrettanto secolare e a volte confusa l’origine dei vitigni della Valpolicella, che si rifà a fonti letterarie e storiche, a ricerche ampelografiche e a riscontri della biologia molecolare, nonché a successivi processi di selezione antropica.
Racconti leggendari di alcuni vignaioli hanno dato alle viti nomi di uccelli, ecco allora la Corvina, il Corvinone, la Rondinella, l’Oseleta e tanti altri.


Corvina
È il vitigno autoctono a bacca nera più importante e regale della Valpolicella, il cui nome sembra ascrivibile al colore profondamente scuro...


Corvinone
Vitigno autoctono a bacca nera, identificato solo dal 1993 come vitigno altro dalla Corvina, anche se collabora con essa per la realizzazione di vini che necessitano di maggior corpo...


Rondinella
Vitigno autoctono a bacca nera, molto rustico, in genere è vinificato in uvaggio con altre varietà...




Oseleta
Vitigno storico veronese, frutto di addomesticazioni di uve selvatiche locali, è stato recuperato da alcuni viticoltori...


Dindarella
Antico vitigno veronese, diffuso in passato per la buona conservabilità in fruttaio...